Descrizione
La scoperta di un nuovo piatto rende l’uomo molto più felice della scoperta di una stella: lafrase scritta da Brillat-Savarin nel 1825 ci dice che la felicità transita per la tavola. Ma già Orazio aveva fatto transitare per il palato, con garbo ironico, la metafora del vivere. Egli ama parlare di cibo, ama scrivere di cucina. E quando vuole elogiare il sereno rap-porto vita/morte, ricorre a un’immagine gastronomica: et exacto contentus tempore vita/cedat uti conviva satur, terminato il tempo della vita, lasciarla come un convitato sazio (Sat. I, 1, 118-119).