Come Pierrot

12,99

ZAZA PADULA RACHELA

2022

ISBN 9788881676262

Libro 19,00 euro

COD: 9788881676262 Categorie: , , , ,

Descrizione

Questa silloge poetica è il frutto di uno sguardo fermo, disincantato e attento che dalla finestra di casa – il tema della finestra che inquadra il resto del mondo è ricorrente- vede ben oltre il pezzo di cielo che si spalanca davanti. Vede il trascorrere della luce, lo scivolare delle stagioni e il rapido passaggio di uccelli e piccoli animali, ma lo sguardo punta altrove, lontano. La prima sezione della raccolta, Fabulae, rivela anche nel titolo il registro prosastico che la caratterizza, brevi racconti con al centro un correlativo oggettivo: un oggetto, un animale, a cui è affidato un sentimento, un’emozione che diventa la chiave di volta del racconto, in bilico tra realtà materiale e metafora. Il meraviglioso bestiario poetico presente in questi versi- il baco da seta, il gufo contrariato, le formiche, la marmotta, la farfalla, le rondini, il picchio e il topo di campagna, la tartaruga, la coccinella, il pettirosso, il cavallo, il gallo – proprio come nelle fabulae di Fedro, è un insieme di simboli e paradigmi. Nella seconda sezione, Fragmenta, Rachele Zaza Padula recupera la tensione espressiva della tradizione ermetica: il verso è disgregato in unità brevi, con un effetto di dilatazione della singola parola per lo più derivante da un lessico antiletterario (il pane, le liquirizie, le caramelle) o di timbro familiare (un due tre stella) o di tono favolistico (il calesse di legno con i pomelli d’oro). A volte la dilatazione semantica opera su una semplice preposizione, come “nonostante” nella fulminea chiusa poetica: “Cicerone srotolò le parole/le affrancò le convertì/ne era mago e signore/ nonostante Catilina” La parola, nuda ed essenziale, e le pause di silenzio si alternano come attesa e rivelazione.

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Rachele Zaza Padula ha lavorato nella vita sociale con la paziente orditura che si usa nella famiglia, nella scuola, nel frattempo non ha mai smesso di esercitare la propria creatività e la voglia di indagare nella storia e nell’antropologia a partire dai versi introspettivi ed ermetici delle prime raccolte. RAFFAELE NIGRO

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Nel montaggio dei versi e delle poesie di Rachele Zaza Padula è sottesa una logica degli affetti. Ritrovata la terra perduta e ritrovata, e nuovamente amandola, entrano in scena i genitori emanazione e simboli della terra. Nel racconto cristiano il padre fa festa al figlio perduto e ritrovato: una festa del genere, si parva licet, mi sento di farla io a Rachele Padula che si è concessa di ritrovare le sue radici sentimentali. PASQUALE FESTA CAMPANILE

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La “misura” di Rachele Zaza Padula, la sua sottile “consapevolezza” letteraria e storica è rara. CLAUDIO MARABINI

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Il verso scorre semplice, allineando le parole, come si può fare in un discorso in prosa, salvo il lampo improvviso, che presto getta la luce sull’intera lirica. GIOVANNI CASERTA

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Cara Rachele, mi complimento con te per il ritmo delle tue pubblicazioni che spaziano in vari domini dell’espressione letteraria benché tu sia, secondo me, una narratrice per il bisogno che hai di raccontare, di descrivere: e sappiamo bene che nella narrativa scrivere è descrivere. Quasi tutte le tue poesie, ancorché brevi racchiudono una storia, ma sarebbe limitativo notare soltanto il loro spessore sociale, biografico  o formale, c’è, infatti, soprattutto in esse un piano di lettura propriamente letterario, dove la poesia è poesia, solo poesia senza rimandi di sorta. GINO AGNESE

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Nelle poesie di Rachele Zaza Padula c’è una brevità da epigramma, più che il sulfureo dell’epigramma, ci ho trovato il breve e il lancinante dell’accensione lirica.Le liriche sono spesso intense, nate da un quotidiano trasfigurato in immagini pensose, scaturite da una osservazione della natura che diviene, sovente, vibrazione, attesa, codice segreto, grido nel silenzio. LUCA DESIATO

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Il fascino dei versi di Rachele Zaza Padula a cui il lettore si avvicina con perfetta spontaneità, senza essere messo sull’avviso da consonanze contemporanee facilmenteregistrabili, consiste nell’accento colloquiale, facilitato da rievocazioni di oggetti familiari, che ci prende fin dall’inizio. È un diario interiore, un tempo ritrovato, riprendendo il solo filo che conti, a cui ogni volta ci avviciniamo. Inoltre, ciò che colpisce è  la schiettezza, quasi spoglia, del discorso. FERRUCCIO ULIVI

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Rachele Padula con la freschezza di una poesia sorgiva che non cede ad allettamenti di mode letterarie (e la sua cultura potrebbe consentirglielo) con l’immediatezza di un linguaggio spontaneo, persino colloquiale ci conduce nel suo rovello … la maturità e persino la vecchiaia sono soltanto leggibili da segni esteriori, ombre che si posano sulla incontaminata luce del cuore.

 

Come Pierrot